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  • Immagine del redattoreRoberto Micarelli

Una vita degna di essere vissuta ?

Cosa ci dice il più lungo studio della storia (75 anni di durata) sulla felicità

Immagine archivio Pixabay

Il Prof. Robert Waldinger Psichiatra di Harvard ci racconta in un famoso (Ted Talk) cosa rende la vita degna di essere vissuta secondo i dati del più grande studio della storia sulla Felicità di cui lui è stato direttore per oltre 20 anni.


Le domande che lo studio intendeva rispondere erano le seguenti:


Cosa ci mantiene in salute e felici lungo il corso della vita?

Se adesso dovessi investire sul tuo futuro, dove conviene investire tempo e energie?


Nello studio di Harvard per 75 anni, i ricercatori che si sono succeduti nella ricerca, hanno seguito le vite di 724 uomini, anno dopo anno, chiedendo del loro lavoro, del loro quotidiano, della loro salute, lungo il percorso delle loro vite senza sapere come le loro storie si sarebbero evolute.


Lo studio è partito nel 1938 e grazie a una combinazione favorevole e alla perseveranza di diverse generazioni di ricercatori, questo studio è sopravvissuto e pensate circa 60 dei 724 uomini iniziali, sono ancora vivi, stanno ancora partecipando allo studio e la maggior parte di loro ha 90 anni.


Oggi si stanno iniziando a studiare gli oltre 2 000 bambini di questi uomini e Roberto Waldinger è il quarto direttore di questo studio.


Le risposte emerse (potete vedere il video molto bello) raccontano che:


1) le connessioni sociali ci fanno molto bene, e che la solitudine uccide. Risulta che le persone che sono socialmente più connesse alla famiglia, agli amici, alla comunità, sono più felici, più sane fisicamente, e vivono più a lungo delle persone che sono meno connesse. L'esperienza della solitudine risulta essere tossica. Le persone isolate dagli altri più di quanto vorrebbero sono meno felici, la salute peggiora prima nella mezza età, il cervello comincia a cedere prima e vivono vite più brevi rispetto alle persone che non sono sole.


2) le relazioni intime sembrano proteggerci dagli acciacchi della vecchiaia. Gli uomini e donne più felici della loro vita di coppia, hanno detto, a 80 anni, che nei giorni di maggiore dolore fisico il loro umore si è mantenuto positivo. Invece, le persone con relazioni infelici, nei giorni più difficili il dolore è sembrato più forte, ingigantito dal dolore emotivo.


3) la terza grande lezione emersa dallo studio è che le buone relazioni non proteggono solo il nostro corpo, ma anche il nostro cervello. Risulta che avere una relazione stabile con una persona a 80 anni è protettivo. Risulta che le persone che hanno relazioni in cui sanno di poter contare sull'altro in caso di bisogno, hanno una memoria più acuta per più tempo. Le persone che vivono relazioni in cui sentono di non poter contare sull'altro, sperimentano un declino celebrale più precoce. Le buone relazioni non devono necessariamente essere sempre perfette. Alcuni coppie di ottuagenari possono bisticciare un giorno sì e un giorno no, ma finché sentono di poter davvero contare sull'altro quando le cose si fanno difficili quei litigi non scalfiscono per nulla i loro ricordi.


Nel Ted il Prof Waldinger conclude con una bellissima citazione di Mark Twain:


"La vita è così breve, non c'è tempo per litigi, scuse, rancori, rese di conti. C'è solamente il tempo per amare e solamente un istante, per così dire, per quello."


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